Cava Fornace: sforamenti segnalati da Arpat, l’amministrazione scrive alle Procure e a Gaia

Ufficio Stampa 20.03.2017 08:57

Inviate anche le foto degli imballi utilizzati per interrare l’amianto

Il vicesindaco Mazzoni: “Vogliamo la certezza che siano idonei”.

Tracce di fibre di amianto oltre il limite consentito nell’aria e nell’acqua. Valori irregolari rilevati da Arpat nella zona di Cava Fornace, indicatori di un mancato rispetto delle percentuali di conferimento autorizzate per rifiuti inerti e rifiuti contenenti amianto. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Massimo Mallegni, da sempre contraria alla discarica, parte all’attacco e scrive alle Procure di Lucca e Massa Carrara. Non solo: la nota, a firma del vicesindaco Daniele Mazzoni, è stata indirizzata anche ad Arpat perché “ripeta le analisi sulle fibre di amianto disperse nell’aria nella zona di carico e scarico dei rifiuti e sulle acque dei pozzi, che hanno registrato i valori anomali PZ5 e PZ10”. Inoltre il vicesindaco Mazzoni ha inviato alle Procure e ad Arpat anche le foto degli imballi utilizzati all’interno dell’ex Cava Viti per interrare l’amianto.

“Vogliamo essere certi che quegli imballi siano idonei – spiega Mazzoni – Quelle foto le ho scattate personalmente durante uno dei controlli che ho effettuato presso la discarica. E’ chiaro che da parte nostra c’è massima attenzione su quello che succede nel sito del Pollino. Non siamo disposti a lasciar passare irregolarità e sforamenti. Del resto non abbiamo mai nascosto che, se fosse per noi, la discarica sarebbe chiusa”.

La relazione di Arpat e le foto sono reperibili on line sul sito del Comune di Pietrasanta sezione Discarica Fornace. Una linea che da palazzo civico si è scelto di seguire per garantire la massima trasparenza nei confronti dei cittadini e dei comitati.

L’amministrazione chiama in causa anche Gaia e Asl Versilia. L’amministrazione ha scritto anche alla società che gestisce il servizio idrico integrato e all’azienda sanitaria locale, trasmettendo i dati registrati da Arpat e in particolare l’eccessiva presenza di solfati e triclorometano nelle acque prelevate nell’area discarica.

“Abbiamo chiesto – insiste Mazzoni – un approfondimento sulle possibili interazioni con le acque ad uso irriguo o per fini alimentari e acquedottistici. Con la salute dei cittadini non si scherza e noi continueremo a vigilare sul rispetto delle regole. Se la discarica è fuori legge, deve essere chiusa”.