L’obiettivo è salvare il salvabile per ricostruire, il più fedelmente possibile, anche grazie all’ausilio di documenti, cartografia, attrezzature, mobilio e macchinari, la storia del sito minerario dell’ex Edem che andranno ad arricchire il museo-parco geoarcheominerario che l’amministrazione comunale di Pietrasanta guidata da Massimo Mallegni sta realizzando a Valdicastello.
Quasi completato il recupero e la riqualificazione dell’ex officina alle porte del sito minerario che il Comune di Pietrasanta sta ultimando (mancano ancora alcuni dettagli) e che ha già presentato alla collettività in occasione di una serie di incontri pubblici.
Iniziata la prima fase del censimento che porterà a una prima catalogazione del patrimonio sopravvissuto al tempo custodito all’interno degli edifici che compongono il complesso industriale in località Razzaio.
Il sopralluogo è stato coordinato dal consigliere comunale, Giacomo Vannucci, dal Direttore delle Miniere, Giovanni Santomaso, e da Sujen Mancini dell’Ufficio Ambiente del Comune.
Incredibile la mole di documentazione ed attrezzature che portano in grembo i segreti del sito minerario dismesso alla fine degli anni 90 a causa del processo di arricchimento antieconomico.
“Il progetto del museo e del parco geoarchiminerario corre di pari passo alla messa in sicurezza del sito con la bonifica dell’amianto che stiamo portando avanti a step funzionali e compatibili con procedimenti molto delicati di tutela dell’ambiente. – spiega Simone Tartarini, Assessore all’Ambiente – Il museo ed il parco doteranno Valdicastello di un futuro che fino ad oggi non era nemmeno contemplato.
Il comitato scientifico, che abbiamo costituto, è già al lavoro. La frazione, è questa la nostra intenzione, ha un potenziale enorme costituito dal sito e dal patrimonio naturalistico che lo circonda: è la porta di ingresso al geosito dell’Alta Versilia e al santuario di Stazzema per appassionati di escursione e turisti. Qui può rifiorire un’economia turistica nuova collegata al percorso d’arte, al mare e al mito di Casa Carducci su cui stiamo investendo molto. Questa era chiamata un tempo la Vallebuona per la ricchezza del suo sottosuolo e tornerà ad esserlo”.
Negli scorsi mesi l’amministrazione comunale ha sondato l’appetibilità del percorso archeogeominerario riscuotendo tantissime adesioni e ricevendo numerose richieste per replicare l’escursione al sito. Un' escursione che ha portato decine di turisti e appassionati alla scoperta della galleria del Pollone e al Canale delle Radici: luoghi di grande fascino ed impatto.
“C’è ancora molto lavoro da fare – conclude Tartarini – ma la strada è quella giusta perché segna, già oggi, un netto taglio con il passato”.