L’autorizzazione ambientale per la discarica di Cava Fornace deve essere rivista. E’ la richiesta alla Regione Toscana, competente in materia (in copia ci sono anche l’assessore all’ambiente Federica Fratoni, Arpat, Asl Toscana Nord, Ministero dell’Ambiente, Comune di Montignoso, Forte dei Marmi e Seravezza e la commissione consigliare di controllo della discarica), partita dal Comune di Pietrasanta, dal Comitato Strettoia e dal Comitato Cittadini contro Cava Fornace che insieme hanno lavorato e collaborato alla stesura del documento che si posa si tutta una serie di elementi che renderebbero indispensabile la revisione delle autorizzazioni che consentono ancora oggi al sito di restare aperto e di continuare a svolgere l’attività. Sono tanti ed oggettivi gli elementi su i quali l'istanza si fonda e alla quale ci aspettiamo una risposta, per fare chiarezza nelle varie zone d'ombra.
In sostanza Comune di Pietrasanta e Comitati chiedono nuovamente di procedere ad una revisione delle autorizzazioni. “Si chiede alla Regione Toscana di dare alcune risposte a domande già fatte relative alla discarica – spiega Elisa Bartoli, vice sindaco ed assessore all’ambiente – nella quale è previsto e autorizzato anche il conferimento di amianto, pertanto è necessario che tutti gli adempimenti vengano attuati e rispettati. Far luce su questi aspetti è un obiettivo della nostra amministrazione ma soprattutto della nostra comunità. Insieme ai comitati, che ringrazio, abbiamo collaborato attraverso i rispettivi tecnici e legali tra cui il legale dei comitati Marco Grondacci alla redazione del documento con cui motiviamo punto su punto dal punto di vista tecnico, sanitario e formale le ragioni per cui è necessario rivedere le autorizzazioni che oggi tengono in vita il sito. Pretendiamo solo chiarezza dalla Regione Toscana. Se le motivazioni che hanno portato il sindaco a chiedere la revisione della autorizzazione all'esercizio non dovessero trovare risposte positive vorrebbe dire che l'attività di discarica non può continuare almeno nelle condizioni attuali. Ovviamente si prospetterebbe la chiusura. Viceversa l'attività potrebbe continuare, ma con una corretta e adeguata informazione ai cittadini dal punto di vista sanitario ed ambientale. Oggi, per la prima volta, il territorio è unito in questa battaglia per la trasparenza, per la salute e per l’ambiente”.